martes, mayo 29, 2007

Las elecciones municipales vistas desde Italia

Il destino inevitabile.

Por Enzo Reale

Se l'analisi elettorale dei risultati delle amministrative di ieri riguardasse un paese normale, allora la fredda retorica dei numeri direbbe più o meno questo: vittoria - seppur stretta - dei popolari per numero di voti a livello generale (calcolo già di per sé non così sensato vista la natura delle consultazioni locali) e PSOE sulla difensiva, aggrappato alle sue roccaforti (Catalogna, Estremadura, Castiglia La Mancia) e preoccupato di limitare i danni. Trattandosi della Spagna però la valutazione come sempre va corretta.

Nessun dato realmente rilevante, nessuna indicazione definitiva è emersa dal voto di ieri riguardo ai due grandi partiti nazionali. Impegnati a raccogliere i frutti seminati nei rispettivi orti, sia Zapatero che Rajoy possono dichiararsi soddisfatti: il nulla di fatto accontenta tutti in attesa della sfida vera del prossimo anno. Ancora una volta però sono i popolari ad aver capito poco della società che pretendono di governare: invece di cominciare a dipingere orizzonti di gloria, dovrebbero piuttosto domandarsi come sia possibile che una classe dirigente così manifestamente dannosa per gli interessi della nazione e così palesemente incapace di articolare un messaggio politico decente sia riuscita a venir fuori sostanzialmente indenne anche da questo test elettorale. Dovrebbero chiedersi perché il progressivo svuotamento dello stato di diritto e dei principi della democrazia liberale continuino a trovare appoggio all'interno di un paese apparentemente estaneo a ciò che sta succedendo al suo interno.


L'unico vero responso di queste elezioni è il ritorno in grande stile dei rappresentanti della (ormai solo formalmente) illegalizzata Batasuna dentro le istituzioni: l'ultimo regalo che Zapatero, fedele alla sua strategia di isolamento nei confronti dell'unica forza di opposizione democratica, ha gentilmente elargito agli estremisti della izquierda abertzale; l'ultimo anello (finora) di quella lunga catena di concessioni dello stato ai terroristi, cominciata con il vergognoso ritiro dall'Iraq e continuata con il negoziato con ETA tuttora in corso. Fummo facili profeti quando molti mesi fa descrivemmo questo scenario, puntualmente realizzatosi. E adesso via alle danze intorno al cadavere della Navarra, altra pedina di scambio, altro territorio da sacrificare sull'altare della (illusoria) pace sociale, altro trionfo potenziale per i lupi dal volto mascherato. Solo questo avrebbero dovuto titolare i giornali oggi, se avessero capito davvero la partita che si sta giocando da tre anni a questa parte nella Spagna buona e giusta del neopopulismo al potere.
Le elezioni del 2004 le decisero i terroristi islamici, quelle del 2008 le deciderà ETA. E' il destino che tocca alle democrazie indebolite dalla demagogia e dall'improvvisazione.

Enzo Reale

1972

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